Di seguito l’intervista rilasciata al Corriere della Calabria oggi 7 settembre 2021. Per leggere l’intero articolo clicca QUI.
Una tornata elettorale all’esito di un periodo caratterizzato dalle emergenze. La Calabria è stata definita a più riprese “Sud del Sud”. Questa elezione diventa un “ora o mai più” o potrebbe essere considerata il punto di partenza per edificare la regione del domani?
«Alla Calabria serve un rapido cambio di passo e, soprattutto, un approccio mentale diverso nell’affrontare le tante emergenze che ancora assillano una regione dalle enormi potenzialità. Dobbiamo creare lavoro per i disoccupati e opportunità per le imprese. Dobbiamo difendere l’ambiente, a partire dal mare, per rendere credibile l’offerta turistica. Occorre valorizzare al massimo le risorse identitarie, culturali, storiche, archeologiche, artistiche. Sviluppo, sviluppo, sviluppo. Non dobbiamo pensare ad altro, abbandonando logiche clientelari e puntando sulla meritocrazia. Il pubblico deve avere lo stesso spirito che regna nel privato di matrice sana: l’efficienza come obiettivo, i risultati concreti e misurabili. Senza una nuova politica non ci sarà mai una nuova Calabria. Gli elettori riflettano molto prima di assegnare la loro preferenza».
In quanto candidato al consiglio regionale, quali ritiene siano le priorità dell’agenda politica calabrese?
«Favorire in ogni modo lo sviluppo sano per creare lavoro e ricchezza diffusa. Assistiamo a un calo demografico continuo e sconcertante. Decine di migliaia di Calabresi abbandonano la loro terra per cercare fortuna altrove. Dobbiamo fermare questa erosione di intelligenze, di voglia di fare, di energie, che in gran parte sono giovani e ben motivate. Rischiamo che in Calabria rimangano solo anziani e pensionati, la desertificazione delle aree interne, il crollo sempre più drammatico del mercato immobiliare, l’insostenibilità economica dei principali servizi. Pensi alla realtà di tanti piccoli Comuni calabresi che non hanno le risorse minime, umane e finanziarie, per tirare avanti. La Regione può fare molto di più, può fare tanto».
In quest’ottica, cosa pensa possa dare in più il suo schieramento rispetto agli altri?
«Ho fiducia nella figura di Roberto Occhiuto, candidato presidente. Ha sviluppato una grande esperienza sia a livello nazionale sia regionale, per cui ha le carte in regola per fare bene. Roberto va circondato di consiglieri regionali all’altezza, immuni da condizionamenti o limiti che talora sono stati evidenti, coraggiosi, capaci di sostenere svolte reali nel governo della cosa pubblica. Forza Italia è da sempre il partito del fare ed oggi e impegnata in prima linea nel difendere le ragioni del Sud. Il Mezzogiorno ha bisogno di una politica forte, per non rimanere schiacciato dagli interessi delle aree più forti del Paese e d’Europa».
Si è parlato delle commistioni tra ‘ndrangheta e politica, anche con riguardo al tema degli “impresentabili”. Quale risposta pensa debba arrivare in tal senso dalla campagna elettorale? Qual è, a suo avviso, la “narrazione” più corretta per questa terra e quale il ruolo dell’informazione?
«Sono assolutamente in linea con quanto affermato pubblicamente da Nicola Gratteri, Procuratore distrettuale a Catanzaro. Al di là degli aspetti formali, serve andare alla sostanza. La ‘ndrangheta, la massomafia e le lobby fameliche sono il male assoluto perché perseguono l’interesse di pochissimi a danno della gran massa dei cittadini. Tutte le più gravi emergenze che devastano da decenni la Calabria sono originate dai tentacoli del crimine organizzato colluso con i poteri deviati, gli stessi che, direttamente o indirettamente, si scagliano contro la magistratura e le forze dell’ordine che stanno assestando colpi durissimi alla ‘ndrangheta ed ai suoi potenti alleati che vestono con giacche e cravatte».
Alle scorse regionali tra i vincitori è risultato il “partito dell’astensionismo”. C’è il rischio che il dato sui non votanti possa replicarsi se non crescere?
«Grandi scrittori ci hanno tramandato un’espressione sempre valida: ogni popolo ha il governo che si merita. Chi si astiene, chi sta rinchiuso in casa propria, chi si abbandona ad atteggiamenti egoistici e individualistici ha sempre torto. Abbiamo tutti il dovere, per il bene dei nostri figli, di rimboccarci le maniche e di impegnarci al massimo, pensando solo a ciò che è utile per la collettività. L’astensione pesa negativamente quanto il voto a persone sbagliate. Penso al voto di scambio politico-mafioso, al voto clientelare, al voto raccolto da lobby affaristiche. In tal senso sono contento per lo straordinario lavoro che stanno compiendo magistratura e forze dell’ordine, un lavoro che sostengo anche come gruppo editoriale, da sempre. Mai come oggi è fondamentale che tutti i Calabresi capiscano che occorre andare al voto e puntare, in ogni lista, da sinistra a destra, su persone competenti e perbene».
Quali sono state le motivazioni che la hanno spinta a mettersi in gioco, candidandosi?
«Il futuro dei mie figli. Io e mia moglie Anna abbiamo quattro figli, e ben tre sono già a Milano, tra formazione e lavoro. Il mio desiderio più grande è che possano ritornare in Calabria per realizzare al meglio i propri progetti di vita. E poi penso ai miei dipendenti che si impegnano in un’azienda editoriale che ormai esiste da quasi quarant’anni ininterrottamente, con immensi sacrifici e con la schiena dritta. In una Calabria forte c’è spazio per tutti. In una Calabria debole le parole chiave sono disoccupazione e drammi sociali. Lavoro da sempre con sforzi giganteschi e so cosa significa portare risultati a casa. Se la gente mi darà fiducia, come spero, saprò trasmettere questo modo di essere anche nella vita politica».
Quali quelle che la hanno portata a scegliere la lista e lo schieramento di cui fa parte?
«Il centrodestra è la mia casa per valori e programmi. Sono un cattolico praticante, sono un imprenditore, sono un calabrese doc. Ricordo che mio suocero, il compianto Elio Riga, un pioniere, fu uno dei primi editori d’Italia ad aderire al grande progetto Mediaset, sposando varie sfide, dalla tv alla dimensione commerciale. Non fa parte della mia cultura, comunque, avere atteggiamenti faziosi. Ho tanti amici veri in ogni schieramento politico: io li rispetto, loro mi rispettano, con grande senso dell’equilibrio e dell’armonia».
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